La leva di Archimede
Questa è la stagione, prima della rinascita della primavera, dedicata al riposo e alla riflessione. Secondo la tradizione stregonesca i mesi invernali, dove la natura riposa, l’agire deve venire un po’ meno per lasciare spazio alla riflessione e al pensiero.
L’articolo che vi propongo oggi, rappresenta una piccola perla di filosofia Teosofica (a cui dedicherò un po’ di spazio in più, in futuro) scritta da Carlos Cardoso Aveline.
È una riflessione sul destino del nostro mondo (inteso anche come microcosmo spirituale e personale) e di come a noi sia data la possibilità di cambiarlo.
Al solito chiedo scusa per eventuali imprecisioni dovute alla traduzione curata da me.
A chi vorrà, auguro una buona lettura.
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È sempre facile e piacevole, a breve termine, focalizzare la nostra mente su ciò che pensiamo sia sbagliato nella condotta degli altri e nel mondo.
Discutere di tutto ciò che non è giusto intorno a noi ci dà la sensazione che abbiamo ragione, che siamo potenti e intelligenti.
Questo lascia da parte quella scomoda percezione che non stiamo facendo tutto il possibile per vivere correttamente.
È come se avessimo un alibi per rimandare il nostro miglioramento.
Diciamo a noi stessi:
“Il mondo, o questa o quella situazione, sta attraversando così tanti problemi che devo prima riformare il mondo e cambiare quella circostanza, prima di poter migliorare me stesso.”
Il ragionamento è falso perché la mia esistenza è proprio quella parte dell’universo di cui, essendo legata a tutte le altre, è mio dovere prendermi cura.
Perfezionarsi è il primo passo inevitabile per chiunque voglia aiutare il mondo.
Lo scopo di individuare gli errori intorno a noi è proprio quello di evitare che l’errore venga imitato inutilmente, o che abbia un’indebita influenza sull’ambiente in cui viviamo.
La vera compassione e il sacrificio di sé animano tentativi sinceri di riformare il mondo esterno. Tuttavia, l’efficienza di tali sforzi dipende dall’applicazione dei principi dell’azione intelligente e della conservazione dell’energia .
Dobbiamo cambiare gli aspetti decisivi della realtà, non il suo aspetto. Dobbiamo agire su ciò che dipende da noi. Quindi, sta a noi iniziare cambiando le nostre vite.
Se vogliamo “una leva per muovere il mondo”, la leva è il nostro stesso essere. Il primo compito è dare ogni giorno una direzione precisa ai nostri pensieri e alle nostre azioni, e insegnare agli altri con l’esempio.
Gli esseri umani di buona volontà sono corresponsabili del futuro della Terra. Il nostro pianeta è destinato a vivere in armonia con il principio della fraternità universale.
Non c’è bisogno di preoccuparsi del momento esatto in cui questo obiettivo sarà raggiunto, perché la teosofia ci insegna una visione a lungo termine della vita. La nascita del futuro avviene spesso attraverso crisi geologiche e cataclismi, e lo spirito umano deve essere all’altezza dell’occasione.
La responsabilità è individuale. Secondo la tradizione, il famoso matematico greco Archimede disse più di duemila anni fa:
“Dammi una leva abbastanza lunga e un posto dove posizionarla, e muoverò il mondo.”
Nel 21° secolo, possiamo usare il potere creativo del pensiero per migliorare l’atmosfera psichica del nostro globo.
Aveva ragione il filosofo francese Maine de Biran quando scriveva che “ nessuno pensa all’abitudine ”, o a ciò a cui è abituato.
È compito della filosofia mettere in discussione ciò che sembra ovvio e tuttavia è falso.
Da questo interrogarsi nasce l’intelligenza trasformatrice dell’anima, che opera dall’interno verso l’esterno.
È evidente che ogni cittadino ha in sé la Leva di Archimede.
Da un punto di vista pratico, la leva globale è la volontà spirituale di ogni individuo altruista.
Il fulcro per muovere il mondo è il nostro sé superiore o anima spirituale. Il tempo per agire è adesso ; tuttavia, l’ adesso è continuo e include diverse incarnazioni.
Nessun individuo è solo nella lotta.
Ogni cittadino attento è un centro unico e creativo nell’universo del buon karma dell’umanità.