Il ginepro

Affascinante e maestoso, da sempre presente nelle tradizioni magiche e curative, il ginepro ( Juniperus Communis ) è una pianta portentosa.
È un arbusto cespuglioso e sempre verde.
Simboleggia la forza del fuoco e il calore del sole, la potenza delle energie maschili e la ricerca della libertà, aiuta a liberare la rabbia e ci regala coraggio.
È una pianta che può vivere fino a qualche migliaio di metri di altitudine; quando il luogo e il clima è ideale si sviluppa mostrando tutta la sua forza con foglie che hanno apice acuto e pungente, e bacche che hanno un sapore tendente all’aspro (per alcuni questa è anche l’origine del nome juniperus).
Il ginepro è una pianta con poche esigenze idriche, è facile trovarla in luoghi non facilmente ‘popolabili’ da altre piante: montagne, dove le frequenti gelate rendono l’acqua scarsamente disponibile, e ambienti mediterranei, dove l’aridità la fa da padrona nei mesi estivi.
Le bacche di ginepro maturano per 2-3 anni. Sono pronti per essere raccolti quando l’albero ha una grande quantità di bacche mature e mature di colore blu. Troverai più comunemente alberi pronti per la raccolta in autunno e in inverno.
Come la maggioranza dei lettori di questo blog sa esiste un modo di dire tutto italiano che proviene proprio dal nome di questa pianta: “trovarsi in un ginepraio” e sapete perché si usa?
Il significato di ginepraio identifica il luogo in cui ci sono molti ginepri; situazione difficile, intricata proprio legato al fatto che, in molte zone del nostro Paese, specialmente selvatiche ed aride, crescono gli arbusti del ginepro; pianta dalle foglie pungenti e rami intricati e decisamente spiacevole nel caso in cui ci si ritrovi a doverne superare un gruppo passandoci in mezzo.
L’immagine del ginepraio, dunque, giunge a noi da tempi in cui questa situazione era più vicina alla vita quotidiana di pecorai o contadini, ma ancora oggi la usiamo come antonomasia per indicare disordine e difficoltà.
Questa pianta che, in effetti, non sembra invitare al contatto, e in questo potrebbe mostrare un “eccesso di pungenza e di calore”, ha nel suo olio essenziale un rimedio eccellente sia in applicazione cosmetica che di benessere generale.
Da un punto di vista simbolico le sue punte che respingono potrebbero essere lette non tanto come rifiuto di contatto, quanto come difesa.
In questo senso la pianta è da sempre associata all’idea di protezione e di durata. Infatti il legno è resistente e la pianta in fumigazione viene utilizzata sia come purificazione sia come preghiera che sale al cielo.
L’uso del ginepro è attestato in molte culture e tutte con la caratteristica comune di “scacciare gli spiriti maligni” e di proteggere.
Per comprendere meglio questi aspetti simbolici vale la pena annusare l’olio essenziale e provare a sentire olfattivamente che sensazione ci restituisce.
L’essenza viene estratta dalle bacche; il profumo sale verso l’alto lasciando una sensazione di pulizia mentale e chiarezza; allo stesso tempo quieta il respiro e calma ansie e disagi del cuore.
Si potrebbe definire il ginepro un vero e proprio “incenso”, un po’ perché è da sempre usato anche allo scopo di purificare gli ambienti, un po’ perché il suo odore fine in effetti purifica, amplia il respiro, quieta.
Nell’essenza si percepisce tutta l’intimità delle bacche che vengono difese dalle foglie aguzze: l’intimità del tempio interiore che ha bisogno di difese e confini chiari.
La bacca, con i suoi semi all’interno, preziosa dimora, necessita di una struttura che sappia tenere a distanza tutto ciò che la potrebbe aggredire.
Troviamo, quindi, un duplice simbolo; la quiete, la dimora, la discendenza (i semi), l’intimità, racchiuse nella rotonda bacca che è complementare alla foglia aguzza, lunga, a punta, distanziante, pronta a pungere (per difesa, quindi più che altro pronta a segnalare dove e quando si oltrepassa il confine).
In molte tradizioni questa pianta viene consideratala panacea a tutti i mali; ha una collocazione storica molto antica e fa parte di un gruppo ristretto di piante officinali delle quali, troviamo riferimento in manoscritti curativi di migliaia di anni fa.
In Toscana, come in altre Regioni, la tradizione popolare ha sempre attribuito al ginepro il potere di allontanare streghe e spiriti maligni, i suoi rami venivano appesi alle porte delle stalle per preservare la salute del bestiame, sui tetti delle case o venivano bruciati perché l’incenso ne purificasse l’aria.
Nel periodo natalizio, in Norvegia, riempivano il pavimento di casa di ginepro per purificare l’aria.
In Lettonia ed alcuni paesi orientali, la popolazione crede tutt’oggi che possa allontanare vipere e serpenti.
In Germania si narra che tra le sue foglie viva una sorta di fata che, se invocata, porterebbe i ladri a farsi un esame di coscienza e restituire il bottino trafugato.
Per la cristianità, farsi un bagno nel suo decotto aiutava a purificarsi dall’accidia.
I rami di ginepro venivano bruciati per disinfettare le stanze in cui sostavano gli ammalati; gli antichi egiziani ricavavano dalle bacche un unguento che usavano per ungere i cadaveri prima della mummificazione.
In Mesopotamia il Ginepro era la pianta sacra di Ištar, la dea più potente e temuta; era la dea del sesso e della guerra che poteva portare malattia e distruzione, ma anche amore e fertilità e donava agli uomini potere e conoscenza. Il suo animale era il leone e come simbolo aveva una stella a 8 punte. La fumigazione di bacche o legno di Ginepro veniva praticata per mettere questa divinità di buon umore ed evitarne l’ira.
Troviamo riferimenti al ginepro anche nella Bibbia.
Era uno degli ingredienti onnipresenti nei liquori realizzati nelle abbazie già a partire dall’epoca Medioevale, come ad esempio il Gin Dry Vallombrosa; questo liquore è un prodotto mediamente alcolico (47%) fatto con bacche selvatiche di ginepro ed è prodotto da più di cento anni secondo le antiche ricette dei monaci benedettini dell’Abbazia di Vallombrosa, nell’Appennino toscano.
Come dicevo, la medicina popolare gli ha da sempre attribuito un altissimo potere curativo soprattutto in forma di olio essenziale, benefici poi confermati dagli studi effettuati sulla pianta stessa.
Il ginepro è un ottimo alleato come:

  • Antisettico per le vie respiratorie e urinarie
  • Ha proprietà antireumatiche
  • Aiuta nella cura della tosse in quanto ha un effetto espettorante e sedativo
  • Ottimo come digestivo (soprattutto nella forma come liquore)
  • Diuretico

I massaggi con olio di ginepro aiutano a rilassare i muscoli contratti, prevenire i crampi e tonificare i tessuti connettivi.
L’essenza di ginepro è Utilizzato in ambito fitoterapico per le sue proprietà balsamiche, diaforetiche (favorisce la sudorazione), toniche ed emmenagoghe (favorisce le mestruazioni, richiamando sangue nell’area pelvica).
Per molti il ginepro in cucina è un perfetto sconosciuto, ma ci sono mille buoni motivi per adottare il suo aroma che sa di magia antica.
Le bacche di ginepro regalano un gusto particolare agli stufati, alle preparazioni marinate, ai ripieni di carne ma anche, semplicemente, nei piatti a base di maiale e di selvaggina.
Ha un sapore decisamente forte per cui le quantità da utilizzare non devono mai eccedere, bastano 5/6 bacche per avere una presenza gustativa equilibrata.
Ci sono anche utilizzi meno comuni, ad esempio, solo pochi le aggiungono ai dolci, come le torte di frutta.
Il ginepro è una spezia tutta da scoprire e adottare.
Nella pratica della nostra antica arte viene considerata una pianta di ‘protezione’: infatti il suo nome in greco ‘arkeuthos’ significa colui che respinge il nemico.
Le energie del ginepro propiziano buona fortuna e prosperità.
In Italia, anticamente, il ginepro veniva piantato di fronte alle abitazioni per scacciare spiriti ed entità maligne
Il carbone prodotto dal legno di ginepro bruciato veniva polverizzato e sparso per la casa o usato per fumigazioni nei rituali di protezione.
In molte tradizioni ne veniva appeso un rametto sulla culla dei neonati o sulla porta di casa per tenere lontano forze e presenze negative.
Grossi ceppi (alcune tradizioni hanno mantenuto l’usanza) venivano bruciati la notte del 31 Dicembre dai contadini per propiziare il raccolto, la salute degli animali e la buona fortuna per le stagioni a venire.

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