Eleguá, il signore del Crocevia
Eleguá (Elegguá) è talvolta rappresentato come un bambino e talvolta come un vecchio. Rappresenta l’inizio e la fine della vita e l’apertura e la chiusura dei percorsi della vita.
A volte conosciuto come l’imbroglione, gli piace fare battute sulle persone e adora caramelle e giocattoli.
Nonostante la sua natura infantile, tuttavia, è un Oricha molto potente.
Gli orisha o oriscià (noti anche come oricha in spagnolo, òrìsà in yoruba, òrixá in portoghese) sono divinità appartenenti originariamente alla mitologia dei popoli dell’Africa occidentale yoruba, nagò, je-je, ketu, ecc, il cui culto si è diffuso a partire dal XVII secolo anche nelle religioni para-sincretiche afroamericane.
Nei culti para-sincretici gli orixa sono spesso messi in relazione con i santi cristiani.
Dalla tradizione degli orixa derivano i loa del vudù.
Gli orisha furono creati da Olorun, che è il dio supremo del popolo yoruba, per rappresentare tutti i suoi domini qui nella terra, e quindi con il duplice scopo di proteggere l’esistenza dei fedeli e di guidarla, attraverso una elaborata rete di leggende, norme, racconti mitologici che caratterizzano le singole divinità, queste ultime paragonabili a quelli dell’Olimpo greco se non altro per la manifestazione di vizi e difetti umani.
Nella mitologia vengono menzionati circa 600 divinità primarie, divise in due classi di 400 e 200 divinità: la prima è legata alla creazione del mondo e l’altra formata da divinità che ne garantiscono il costante equilibrio.
Eleguà è uno dei Guerrieri (insieme a Ogún, Ochosi e Osun), sempre menzionato per primo in ogni cerimonia, perché senza il suo permesso le porte di comunicazione con gli altri Oricha restano chiuse.
I colori di Eleguá sono il rosso e il nero. Il suo numero è il 3, o qualsiasi multiplo di esso.
Il suo giorno della settimana è lunedì e / o il 3° giorno di ogni mese.
Tradizionalmente, il 6 gennaio e il 13 giugno sono i giorni, particolarmente a Cuba, a lui dedicati. Nella religione cattolica, Eleguá è sincretizzato con il Bambino Gesù di Atocha, Sant’Antonio da Padova e ‘ l’Anima Sola’ (Conosciuta anche come “l’anima indifesa”, l’Anima sola è una figura famosa fra devoti della religione cattolica a Napoli, Palermo, in Andalusia, e in America Latina. È un’anima in pena condannata a vagare per sempre nel purgatorio dove, per alleggerirsi di un po’ della sua pena, accetta certi “lavori” in cambio di un pagamento fatto con la luce, cioè l’accensione di una piccola candela. A questa figura e ai suoi riti dedicherò un prossimo articolo).
Eleguá e Ochún sono buoni amici.
A Eleguá piacciono, come dicevo, i giochi da bambini, come aquiloni, fischietti, palloni, soldatini.
Secondo la tradizione Eleguà apprezza anche le chiavi, le monete d’argento, i cappelli di paglia e i bastoni da pastore.
Si veste di rosso e nero, a volte con pantaloni fino al ginocchio, in stile coloniale spagnolo.
Sulla testa, a seconda delle rappresentazioni iconiche, indossa un fazzoletto o un berretto rosso o un cappello di paglia
Quando balla (si, gli piace un mondo ballare), è giocoso e vuole che gli altri prestino attenzione a lui.
Oltre alle caramelle, gli piacciono i sigari, il mais tostato, le noci di cocco, l’aguardiente (un liquore abbastanza tosto, con una gradazione alcolica attorno ai 45* ), il vino seco (vino bianco da cucina), la carne di hutia affumicata, il pesce affumicato e l’olio di palma rosso.
Se volete aggraziarvi i suoi favori il lunedì, offritegli qualcosa che gli piace come un modo per rendergli omaggio.
Attraverso una cerimonia speciale, una pietra che rappresenta Elegua viene preparata e caricata con l’Oricha’s aché, o energia speciale.
Di solito la pietra ha la forma di una testa con uno strato esterno di cemento e gusci di ciprea per occhi e bocca. Vive in un piatto di terracotta poco profondo all’interno della casa, di solito dietro la porta.
L’eleke (collana di perline) di Eleguá è composta da una perla rossa, una nera, in uno schema ripetuto. Il colore e il design della collana rappresentano la vita e la morte, la guerra e la pace, l’inizio e la fine di tutte le cose.
Eleguá è chiamato il ‘Signore del Crocevia’ perché gioca un ruolo in ogni decisione che prendiamo nella vita. Con il suo aiuto, le cose vanno lisce. Ma può anche mettere ostacoli sul nostro cammino e la vita prende svolte inaspettate e negative. La maggior parte dei praticanti di Santería sa che è molto importante mantenere buoni rapporti con Eleguá perché senza di lui nulla è possibile.
Ora che abbiamo fatto conoscenza con questa importante forza spirituale della Santeria, vi descrivo un piccolo rituale di magia bianca, per attirare prosperità e denaro, che richiede l’intervento di Elegguà.
È una semplice pratica che va svolta nell’arco di sette giorni consecutivi.
Non potete saltare nessuno dei sette giorni; se lo fate dovete ripetere il rituale da capo.
Il primo e l’ultimo giorno deve essere di lunedì.
Il mio consiglio è di fare questa piccola opera di magia esoterica la mattina prima di cominciare effettivamente il vostro giorno (di per sé, per questa pratica, non sono indicate ore o lunazioni particolari)
Recuperatevi il seguente materiale:
- Due noci di cocco
- Un piatto bianco
- Sette candele bianche (o di colore chiaro); vanno molto bene quelle da te’
- Un cucchiaio abbondante di miele
- Una manciata di Pepe
- Un ripiano che possa farvi da supporto / altare
- Un accendino
Dividete le due noci di cocco a metà, togliendone il latte (lo potete utilizzare per dolci, bevande rinfrescanti..)
Prendete il piatto bianco e appoggiate le quattro metà dei cocchi in modo che idealmente siano rivolte ognuna verso i quattro punti cardinali.
Ora, mettete in ogni pezzo di cocco una piccola quantità di mele e un pizzico di pepe.
Prendete il piatto e mettetelo dietro alla porta d’ingresso della vostra casa o del vostro spazio di lavoro.
Posizionate ora la candela al centro del vostro altare e accendetela.
Chiedete abbondanza, denaro, prosperità (o qualsiasi altra cosa) ad Eleguà, utilizzando vostre parole personali, che possono (dovrebbero) essere semplicissime, come quelle che vi riporto come esempio.
“Potente e amabilissimo Eleguà
mi affido a te per ottenere [il vostro desiderio]
Ti ringrazio, così sia”
Per una settimana, accendere una candela bianca al giorno chiedendo sempre la stessa cosa, cominciando (come già accennando) di lunedì e finendo di lunedì.
Fate consumare completamente la candela e poi smaltitene i resti nel residuo.
Dopo sette giorni prendete il piatto ed eliminatene il contenuto in natura (in un parco, in un bosco…).
Lavate per bene il piatto bianco restituendolo al suo normale uso.