Eir
Eir è la dea della guarigione nel pantheon nordico. È un’ancella di Frigg (Frigg è la dea nordica della maternità e della fertilità, è la moglie di Odino, il dio principale della mitologia nordica) appartenente alla stirpe degli Asi (originari dell’Asia, Asíá in norreno, e da quel luogo si sarebbero spostati seguendo il loro capo Odino verso le terre del nord, fermandosi in Svezia), abilissima nelle discipline mediche.
Era particolarmente sapiente in relazione alle proprietà delle erbe officinali.
Restituiva la salute alle donne che l’ invocavano e dopo averle guarite insegnava loro le sue arti segrete.
Ciò spiega perché nella penisola scandinava lo studio della medicina inizialmente era solo una prerogativa femminile.
Soprannominata Speranza e Vita il suo nome significa «aiuto», «grazia».
Eir potrebbe forse trovare una connessione con le divinità femminili dette Alaisiagae, citate su due iscrizioni sacre (risalenti agli inizi dell’anno mille) che si trovano sul vallo di Adriano presso Housesteads in Gran Bretagna.
La seconda parte di questo nome, che può significare «dee soccorrevoli» o «degne di venerazione», risalirebbe a un verbo germanico *aizjan corrispondente al nordico eira «essere di vantaggio», «aver cura».
È curioso sapere che viene menzionata nell’ Edda solo due volte (Il termine Edda si riferisce ai due testi in norreno ‘Edda in prosa’ e ‘Edda poetica’, entrambi scritti in Islanda durante il XIII secolo; i due libri sono la maggiore fonte di informazioni sulla mitologia norrena)
Secondo il mito è una delle guaritrici del monte Lyfja , sotto Mengloth, e, anche, una delle Valchirie.
Ha una piccola ma spaziosa casa tutta sua, tra gli edifici satelliti di Fensalir, con le erbe che pendono dal soffitto e le medicine in varie fasi di lavorazione.
Camere luminose e spaziose detengono posti letto per i malati e i feriti che hanno bisogno di restare vicino a lei; non sarà quasi mai possibile vedere chi è ricoverato.
Ciò non significa che non ci sono, ma Eir crede nel rispetto della privacy per i suoi pazienti, quindi le camere sembreranno vuote.
Se ci andate voi stessi per cercare guarigione, vi verrà mostrato ogni letto, uno ad uno e li vedrete vuoti.
Se invece, andate a imparare le arti di guarigione, lei potrebbe farsi accompagnare nel suo giro e la maggior parte dei pazienti sarà comunque invisibile per voi.
C’è anche una fontana nell’anticamera di questa casa di guarigione, e le sue acque sono immensamente preziose per la pulizia delle ferite di ogni genere dentro e fuori.
I visitatori sono incoraggiati ad avvalersi di queste acque curative.
Talvolta Eir cavalca occasionalmente con le Valchirie, e a loro è collegata, come vi ho già detto; la sua funzione è quella di una guaritrice sul campo di battaglia.
La Dea lei può portare una morte misericordiosa ad alcuni dei caduti, scegliendo le vittime e tagliando loro il filo della vita.
È solitamente descritta come una figura autorevole, pratica, modesta, che ispira competenza e fiducia; se ci si rivolge con fiducia a lei essa risponderà, con utile cortesia professionale, donandovi la guarigione
Eir è compassionevole, ma distaccata, quasi fredda; la sua serenità, comunque, ha la capacità di infondere calma e sollievo a chi si rivolge a Lei.
Per la tradizione norrena l’arte medica aveva una qualità soprannaturale (questo concetto lo troviamo anche nel paganesimo greco e romano) soprattutto là dove essa viene messa in relazione con la conoscenza dei canti magici particolari o delle rune, nelle quali è racchiusa e simboleggiata l’essenza segreta della diverse entità del mondo.
È l’arte di riconoscere e utilizzare tutti gli elementi nei quali agisce la potenza vivificante e risanatrice del dio.
È la scienza del mondo come capacità di discernere ogni cosa in due principi della vita – bene e male- e il loro equilibrio-contrapposizione indispensabile all’esistenza.
Sa perciò richiamare e concentrare le forze vivificanti e indirizza la loro azione verso il ristabilire dell’ equilibrio del corpo. È scienza del corpo ma anche dello spirito, poiché la globalità della conoscenza dell’essere è necessaria alla sua azione.
Eir utilizza erbe e strumenti: dal mortaio e pestello, al coltello con cui si raccolgono le erbe.
Lei è sciamana quanto guaritrice, lei ripristina il corpo e lo spirito in completezza.
La tradizione Anglosassone, è ricca di incantesimi con le erbe e di rimedi per eliminare la malattia e la negatività.
Forse il più famoso di questi è “Wid Faerstice”, un fascino in cui il guaritore comanda il dolore chiamato ‘elfshot’ (Letteralmente ‘colpo’ di Elfo, una condizione medica descritta nei testi medici anglosassoni, che si crede causato da frecce scagliate da invisibili elfi.
Queste frecce provocano improvvisi dolori lancinanti localizzati in una particolare area del corpo. Le diagnosi moderne potrebbero includere reumatismi, artrite, punti muscolari o crampi) di lasciare il corpo del paziente, tuttavia Eir è non menzionata specificamente in questo fascino.
Oltre ad essere la Dea guaritrice, Eir è considerata anche la Dea dell’armonia psico-fisica e spirituale.
Molti di coloro che ‘lavorano’ con la sua benefica energia credono che lei sia, prima di tutto, una Dea della natura, che ispira tecniche di guarigione non invasive.
Spesso tra i suoi devoti si trovano praticanti di Reiki, Feng Shui, agopuntura, massaggiatori, naturopati, erboristi, riflessologi, e simili.
Ciò non significa che le tecniche più invasive (chirurgiche) non fanno parte del suo dominio; Eir è anche un chirurgo oltre che una guaritrice magica e naturopata ed incarna appieno il motto “Primo, non nuocere”.
Eir ci può aiutare a mantenere uno stato emotivo, psichico e spirituale bilanciato, invitandoci a percorrere un cammino di disciplina, consapevolezza, e moderazione.
Essa è la luce che può rischiarare le nostre ‘oscure notti dell’anima’ dove i nostri dolori spirituali dovuti a nostalgie,delusioni, fallimenti…paiono prendere il sopravvento.