Giustizia per le streghe
Questa sera condivido con voi un breve ma interessante articolo a firma di Franca Giansoldati pubblicato sul “il Messaggero”.
La Scozia ha deciso finalmente (quando ‘madre’ Chiesa farà lo stesso?) di riabilitare le streghe chiedendo scusa per anni di persecuzione che hanno portato alla morte decine di donne in modo orribile e sadico.
Dopo approfondite ricerche storiche i loro nomi sono stati riportati alla luce e inserite nella lista dei condannati innocenti, riabilitandone pienamente la memoria.
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Basta spulciare gli archivi per comprendere la follia collettiva che in Europa si era scatenata un po’ ovunque.
Povere streghe! Sono state accusate delle cose più strampalate prima di essere spedite dritte al rogo.
Si diceva che avessero un filo diretto con il diavolo, che fossero in grado di mandare a rotoli commerci e coltivazioni, di maledire le case con un incantesimo, causare malattie, volare in cielo su una scopa o addirittura, trasformarsi in un gufo, così, in un batter d’occhio.
A causa di una devastante campagna persecutoria scatenata a cavallo del XVI secolo sono morte diverse decine di migliaia di povere vittime, la stragrande maggioranza donne condannate per stregoneria.
In Italia uno degli ultimi roghi avvenne a Brentonico, dove nel 1715 fu uccisa una contadina, Maria Bertoletti detta Toldina, accusata di sacrilegi, sodomia, apostasia e persino di avere cucinato dei bambini in un pentolone di formaggio.
Nel 2016 il comune trentino ha riaperto il caso e appurato come la donna fosse stata stritolata da una faida per una eredità in famiglia.
In Scozia, tre secoli dopo l’abrogazione del Witchcraft Act la legge che nel Regno Unito tra il XVI e il XVIII secolo ha dato il via a una micidiale caccia alle streghe è stato ultimato il percorso ufficiale per la loro riabilitazione.
In tutto si contano 3837 persone uccise e bruciate sul rogo, al termine di processi sommari. Poteva bastare un sospetto, la presenza di un gatto nero in casa, una banale coincidenza, persino un difetto fisico a stabilire il presunto legame con il demonio.
Per l’84% le vittime in Scozia sono state donne, per lo più poverissime, spesso emarginate socialmente, a volte persino malate.
I loro nomi sono stati ora ripescati dagli archivi per essere a breve riabilitati grazie a una campagna nazionale avviata da un gruppo chiamato Witches of Scotland, formato da storiche e da femministe. Il loro lavoro ha fatto da base a una proposta di legge inoltrata al parlamento scozzese e che ha ottenuto il sostegno convinto dell’amministrazione di Nicole Sturgeon, premier della Scozia.
L’intento normativo del testo è di risarcire moralmente le vittime, dare loro una sorta di redenzione postuma, inserire i nomi nella lista degli innocenti. Una colossale riabilitazione post mortem in piena regola.
Un po’ come è accaduto anche nel Massachusetts, negli Stati Uniti, nel 2001 quando vennero riconosciute vittime innocenti le cosiddette streghe processate a Salem, dove 19 persone vennero impiccate (tra cui anche un bambino).
La prima caccia alle streghe in Scozia, poi in Inghilterra e Irlanda si basava sull’assunto che vi fossero donne dotate di poteri malefici talmente pericolosi da compromettere gli equilibri sociali, danneggiare il bene comune, persino fare affondare a distanza la flotta del re, causare tempeste e carestie, provocare malattie.
La stregoneria divenne ben presto un crimine capitale: chi era condannato veniva prima torturato orribilmente e poi strangolato. Infine, il corpo veniva bruciato, in modo plateale, come gli eretici.
Sotto tortura, le vittime terrorizzate confessavano qualsiasi cosa, alimentando inconsapevolmente la catena delle presunte stregonerie.
Gatti neri, corvi parlanti, demoni che arrivavano dall’aldilà, scope volanti, pozioni magiche. Claire Mitchell, la studiosa che ha portato avanti la campagna politica per la riabilitazione in Scozia ha spiegato che si tratta di un importante capitolo di giustizia riabilitativa che richiede le scuse ufficiali e anche un monumento nazionale. «In Scozia abbiamo giustiziato cinque volte più persone che altrove in Europa».
A suo parere il fatto che non vi siano ancora delle scuse ufficiali estende il trauma ereditato della persecuzione femminile.
Come se questo capitolo avesse lasciato una ferita aperta che colpisce in qualche modo tutti. Secondo diverse Ong in diversi paesi del mondo la caccia alle streghe ha ancora luogo. Africa Sub Sahariana, Nepal, Papua, Amazzonia, Sudan.