La donna che piange
Ci avviciniamo alla festa di ogni santi e quest’anno vi voglio proporre qualche cosa di diverso dal solito; pubblicherò dei racconti. La natura si appresta al suo riposo annuale, la ruota dell’anno sta avvicinandosi alla sua fine e questo periodo, nella tradizione contadina, era il momento del ‘laborioso’ riposo dove ci si poteva riunire di più in maniera informale con i propri cari, passando del tempo insieme.
La sera, dopo cena, era il tempo di fare filò; ci si riuniva nell’unica stanza calda della casa (solitamente la cucina) e ci raccontava pettegolezzi e storie.
Molte delle leggende e delle favole popolari, che ancora oggi si raccontano, sono nate proprio così.
Vi invito quindi a fare filò con me, leggendo i brevi racconti che offrirò alla vostra attenzione in questi giorni.
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Nel sud America si narrano spesso le vicende di un personaggio che prende il nome di ‘Llorona’ la donna che piange. Essa fa parte del folclore dell’America latina; a seconda dei posti si racconta che la Llorona a perso un figlio o il marito, a volte entrambi.
Sulle Ande cilene, nella famosa località sciistica di La Parva, la donna che piange si chiama Lola; tutti nel paese vi giureranno che la conoscevano.
La storia inizia in una bella giornata di alta stagione sciistica.
Lola e il suo giovane figlio avevano in programma di trascorrere la giornata sulle piste.
Come spesso accade sulle Ande, a metà mattina, dalla valle sottostante si alzò una fitta nebbia, che spesso precede l’arrivo di un vero e proprio temporale.
Le nuvole avvolsero madre e figlio mentre i due scendevano dal monte.
La visibilità era realmente scarsa quella mattina, ed i due si persero di vista.
Nel disperato tentativo di trovare suo figlio, Lola iniziò a urlare il suo nome mentre correva attraverso la fitta nebbia.
Incapace di vedere chiaramente, però, incespicò lungo un ripido pendio e iniziò a scivolare verso un canale roccioso.
Un manutentore degli impianti di risalita, per caso, si imbatté nel suo corpo, il quale era sanguinante e pieno di escoriazioni.
Il primo pensiero che passò nella mente del manutentore fu quello che la donna fosse morta, ma avvicinandosi si accorse, per fortuna, che non era così; con voce flebile essa continuava a sussurrare il nome di suo figlio.
L’uomo prese la donna e la portò al riparo nel locale adibito alle manutenzioni e cercò di prestarle il primo soccorso improvvisando un giaciglio; poi corse a perdifiato a cercare aiuto.
Tornò dopo circa un ora accompagnato dagli operatori sanitari ma il giaciglio, insanguinato, era vuoto.
Né la donna né suo figlio furono mai ritrovati, ma la gente del posto passando nei pressi della cabinovia racconta di sentire piangere una donna per la perdita del suo bambino.
Dalla cima della ‘La Parva’ si può vedere fino a ‘Cerro el Plomo’, dove gli antichi Inca erano soliti sacrificare i propri figli agli Dei; anche chi non crede ai fantasmi lassù può sentire il vento portare sussurri e pianti.