La fitoterapia
Come molti ben sanno le piante sono le uniche risorse medicamentose che l’uomo abbia potuto e saputo usare per quasi tutto il percorso della sua storia.
A tutt’oggi circa il 40% dei farmaci in uso deriva dalle piante.
Pensiamo alla comune aspirina che deriva dal salice, ad alcuni antitumorali come i taxani (che sono potenti agenti chemioterapici) dal tasso, alcuni narcotici analgesici come la morfina dal papavero e così via.
Certamente l’impiego delle piante nei secoli passati per scopi medicinali avveniva sulla base di osservazioni maturate utilizzando direttamente la pianta, fresca o essiccata, o sottoposta a trattamenti d’estrazione semplici come infusi, decotti e macerati in alcool.
Possiamo pensare alle farmacie dei monasteri antichi, a quale livello di conoscenze erano arrivati i monaci nell’uso fitoterapico.
Oggi la medicina che utilizza le sostanze vegetali prende il nome di ‘medicina tradizionale, complementare o alternativa’.
Più del 70% delle piante impiegate nella medicina tradizionale, studiate con metodi moderni, ha poi rivelato il possesso di proprietà farmacologiche che ne hanno giustificato e ne giustificano tutt’ora l’impiego.
La fitoterapia utilizza gli stessi metodi della medicina convenzionale, la differenza consiste solo nel fatto che nei medicinali vegetali i principi attivi o il fitocomplesso (l’insieme delle sostanze attive) sono contenuti nelle piante direttamente utilizzate o in parti di esse, mentre nella medicina convenzionale si utilizzano delle sostanze sintetizzate con diversi processi e poi offerte in capsule, buste etc.
L’impiego medicinale delle piante ha conosciuto un declino rapido da quando hanno cominciato ad essere disponibili potenti farmaci di sintesi ma nei paesi del cosiddetto ‘terzo mondo’ (definizione basata principalmente sulle disponibilità economiche) l’uso delle piante come rimedio terapeutico rimane molto popolare anche oggi.
Ma non solo, anche in Germania ed in Francia la fitoterapia non è sparita ma ha continuato a coesistere con la moderna farmacologia.
In tempi recenti anche da noi la situazione è molto cambiata e l’impiego di medicinali d’origine vegetale è tornato molto in auge sia perché c’è una maggiore attenzione per i ritmi del corpo umano in relazione alla natura, sia perché il ‘naturale’ viene percepito come più sicuro.
Ma, come molti dei miei lettori sanno, (accanto ai possibili usi delle piante metto sempre le controindicazioni) non è sempre così.
Nelle piante troviamo miscele complesse di composti chimici, anche molto differenti tra loro.
Alcuni di questi composti presentano attività farmacologica, altri no e l’insieme di tutti questi composti costituisce il fitocomplesso che è il responsabile delle proprietà salutari della pianta che possono essere diverse da quelle di uno dei suoi componenti isolati.