I sette principi degli sciamani Kahuna.
In virtù del simbolismo esoterico del numero 7, gli sciamani Kahuna sono soliti indicare sette Principi Fondamentali, dal carattere ‘rivelativo’ , in quanto capaci di risvegliare in ognuno profonda conoscenza intorno ai misteri dell’esistere.
Sette viene tradotto in hawaiano con la parola HIKU.
HI, significa “scorrere” e rappresenta il principio femminile, KU significa “stare immobile” e rappresenta il principio maschile.
I sette principi fondamentali degli sciamani Kahuna delle Hawaii costituiscono una sorta di visione del mondo, un interessantissimo paradigma e, contemporaneamente, un riferimento pragmatico per chi voglia cimentarsi con l’arte dello sciamanismo in un contesto moderno e urbano.
1. IKE: Il mondo è quello che pensiamo che sia. L’idea fondamentale della filosofia Huna è che ciascuno di noi (ovvero i nostri 3 sé: KU il subconscio, LONO il sé cosciente, AUMAKUA il sé superiore), crea la propria personale esperienza della realtà, attraverso le proprie convinzioni e interpretazioni, azioni abituali e reazioni, aspettative, paure, desideri, pensieri e sensazioni. Noi siamo creatori, o meglio co-creatori, del mondo e Huna insegna a creare in modo consapevole. Più in generale, questo principio dice che abbiamo una forte capacità di dare noi un senso alle cose. Se qui noi pensiamo di star perdendo tempo, questo è un sistema di credenza e magari stiamo realmente perdendo tempo, se pensiamo così. Se invece siamo convinti, che stiamo facendo qualcosa di buono a noi o agli altri, il sistema di credenze è diverso e allora noi stiamo facendo davvero qualcosa di buono ed è questo che porteremo a casa. La responsabilità è nostra. Siamo noi a decidere. Sono io che porto la mia visione del mondo nella situazione in cui mi trovo. Sono io che do il nome, il valore alle cose.
2. KALA: Non esistono limiti, tutto è possibile. Non ci sono veri confini tra noi e il nostro corpo, tra noi e le altre persone, noi e il mondo, noi e Dio. Nell’Huna Dio e l’Universo (cioè tutto ciò che è, era o sarà) sono la stessa cosa. Le classificazioni, i sistemi, le etichette sono nostre invenzioni, possono cambiare, mentre in realtà dietro ad ogni sistema esiste un’unità essenziale, la fonte della vita, “il grande mistero”. Huna significa segreto, ma noi conosciamo il segreto. Entrambe le sillabe di Huna trasmettono anche il significato di unione con tale mistero, che è quindi possibile oltre che desiderabile. Qualsiasi divisione, separazione è puramente funzionale, convenzionale, un’illusione di convenienza. Allo stesso modo non ci sono limiti, per esempio, per le connessioni che possiamo avere. Possiamo entrare in contatto con più cose, nel tempo, nello spazio. Basta essere aperti, accettarne l’esistenza, diventarne coscienti. Un altro significato di questo principio è che esiste un potenziale illimitato alla nostra creatività. Possiamo creare qualsiasi cosa siamo in grado di concepire. Possiamo cambiare tutto e in qualsiasi momento lo vogliamo, perché il mondo è come noi lo vediamo. Huna è basato sull’uso molto creativo delle nostre facoltà, sulla manipolazione creativa dei nostri pensieri, comportamenti, credenze. I limiti sono quelli noi poniamo. Si tratta pian piano di allargare il cerchio della propria esistenza, di allontanare i limiti, i paletti di quello che accettiamo.
3. MAKIA: L’energia scorre dove si concentra l’attenzione. Cerchiamo di essere sempre consapevoli a cosa pensiamo, facciamo, in che stato d’animo siamo, come viviamo, perché quella è la direzione dell’energia che noi diamo. Imparando ad accrescere e a direzionare il mana, il flusso dell’energia, (con parole, immagini, volontà, entusiasmo, eccitazione…) accresciamo anche il nostro potere, la nostra capacità di manifestare nella realtà quello che desideriamo e di cui abbiamo bisogno. Creiamo un seme, focalizziamo l’energia su di esso finché non si manifesta nella realtà. Ottieni quello su cui ti concentri (nel bene e nel male). Il metodo più diretto per aumentare e migliorare il Mana è la trasformazione degli atteggiamenti negativi in positivi. Si è consapevoli e si accetta amorevolmente pensieri o sentimenti negativi quando si presentano, ma li si modifica consapevolmente nel loro opposto. Si da al nostro subconscio ordini validi e positivi da manifestare. C’era un periodo in cui il potere di creare mi spaventava. Vedevo come il mio creare influenzava la realtà, nel bene e nel male, e avevo paura di quel che contribuivo a creare involontariamente se ero in uno stato di paura, della morte di una persona cara per esempio. Sono riconoscente a Dario, il mio maestro che mi rassicurò, spiegando che il vero potere d’azione consapevole non deve farci temere, perché fintanto che il nostro anello di collegamento con l’intento non è pulito, al pensiero non corrisponde azione immediata, così come quando ci sono dubbi o confusione. Un pensiero negativo può dunque essere bilanciato da uno positivo, un immagine che creiamo e non ci piace, cancellata. Quando l’anello di collegamento sarà veramente chiaro, trasparente sapremo anche creare bene, manifestare quello che desideriamo veramente. Volendo semplificare il processo di manifestazione: la mente cosciente concentra l’attenzione su qualcosa, la mente subconscia tratta l’oggetto dell’attenzione come un fatto reale e ne registra la memoria/ lo sostiene come una credenza, la mente super cosciente usa poi questo come uno schema o modello in base a cui creare un’esperienza fisica equivalente e renderlo parte integrante della nostra vita. Se non ci sono conflitti tra convinzioni e dubbi, il semplice concentrare l’attenzione mette in atto il super cosciente (v. sincronicità). Più l’attenzione è pura, più i risultati saranno chiari. L’attenzione cosciente è questione di scelta, mentre l’attenzione subcosciente è questione di abitudini apprese. Colmando la mente di pensieri elevati/spirituali oltre che positivi, convoglia una visione diversa del mondo e della vita, un atteggiamento di fiducia amorevole nei confronti del subconscio, del Sé superiore, del corpo, dell’universo rendendo possibile trascendere più facilmente dubbi, paure senza doverli combattere, per raggiungere i propri scopi più facilmente. È però necessario mantenere il ricordo costante, finché il livello di frequenza superiore non si è stabilito come abitudine, in quanto è facile dimenticare e scivolare nuovamente nel mondo ordinario, preda di dubbi e paure. In base a Huna non preghiamo di ottenere qualcosa, non supplichiamo, non imploriamo, non cerchiamo di forzare le cose, ma manteniamo la mente su qualcosa con aspettativa aperta. Per essere quello che vogliamo essere, dobbiamo pensare a come vogliamo essere. Più dettagliati siamo e meno dubbi ci sono, più inerente alle aspettative sarà la manifestazione.
4. MANAWA: Il presente è il momento del potere. Dal presente si può cambiare passato e futuro. Abbiamo nel qui e ora il potere di cambiare le convinzioni limitanti legate magari ad esperienze del passato e piantare coscientemente i semi di un futuro di nostra scelta. L’unica cosa frenante è essere in dubbio, non agire, indugiare. L’importante è fare qualcosa, agire senza paure, stando attenti però a quello che facciamo, essendo consapevoli. Huna è efficace. Attenzione a quello che chiediamo, potremmo ottenerlo. È quando siamo concentrati nel momento presente che diventiamo più efficienti in quello che facciamo, perché il Mana esiste soltanto nel momento della consapevolezza.
5. ALOHA: Amare è essere felici assieme a qualcuno (o qualcosa). Il più profondo significato di aloha è “la gioiosa (oha) condivisione (alo) dell’Energia Vitale (ha) nel momento presente (alo)”. Si tratta di ascoltare il proprio sentire, andare nella direzione del cuore, fluire con le cose, lasciarsi andare, camminare in bellezza. È importante valutare quello che stiamo facendo, se mi porta felicità o meno. Se mi dà benessere, libertà, amore, va bene, lo sviluppiamo, andiamo nella direzione del cuore… Se non me lo porta, è bene prendere un’altra direzione. Bisogna essere fluidi, imparare a cavalcare l’onda, seguire i movimenti delle cose come l’acqua. Se mi sto muovendo con gioia, danzando, cantando, celebrando, allora la via è quella giusta, non sto sbagliando direzione. E l’Universo lo conferma manifestando eventi positivi. Come dentro così fuori.
6. MANA: Tutto il potere deriva dall’interno. Il nome dato in origine a Huna era ho-omana, che significa creare mana, energia, forza vitale. Quando sappiamo come creare Mana, sappiamo come accrescere i nostri potenziali nascosti. Tutto il potere viene da dentro. Non esiste un vero potere al di fuori di noi, perché il potere dell’Universo agisce attraverso di noi nella nostra vita. Noi siamo il canale attivo di questo potere e le nostre scelte e decisioni lo dirigono. Nessun’altra persona può avere potere su di noi o sul nostro destino, a meno che noi non glielo permettiamo. Spesso usciamo dal nostro potere, cercando appigli fuori. Crediamo al potere di un maestro per esempio. Speriamo che qualcuno versi dentro di noi quello che in realtà c’è già. In realtà dobbiamo solo renderci conto che c’è già.
7. PONO: L’efficacia è la misura della verità. Non esiste una verità assoluta, ma c’è una verità effettiva a ciascun livello di coscienza individuale. Huna è un sistema molto pratico. Qualsiasi sistema di conoscenza viene considerato conveniente piuttosto che reale. C’è sempre più di un modo di fare qualcosa. Una differente organizzazione della stessa conoscenza potrebbe risultare altrettanto valida per altri scopi. In altre parole, tutti i sistemi sono arbitrari. Siamo liberi di usare quello che per noi funziona meglio, stando attenti ovviamente a non fare niente che sia in contraddizione con il rispetto degli altri. La definizione di crescita personale secondo l’Huna è ‘accrescere la consapevolezza, le capacità e la felicità’ e si applica a tutte le forme di consapevolezza, dagli atomi alle galassie, che si tratti di forme animali, vegetali o minerali. Negli esseri umani la spinta verso la crescita è localizzata nel Ku (Il subconscio).
“Tu, audace, glorioso tamburo, che risuona nelle nove cavità, Teso con precisione fra le cinghie-legacci, Tuona, o tamburo, pelle di un vitello di due erbe! Scricchiola, o tamburo, pelle di un’animale di quattro anni! Verso il paese lontano, sconfinato, tu, audace, dirigiti, Parti all’ambio, vai al trotto con impeto, Corri come un cavallo dalle ali d’oro, Salta al di sopra del mare delle malattie!”
Fonte principale: https://icantidiaradia.weebly.com/