.Questa pratica mi è difficile farla rientrare solamente nella vasta categoria dell’esoterismo.
Infatti ha un effetto benefico immediato, è un dolce momento ed una carezza che fate a voi stesse magari dopo una stressante giornata di quotidiana ‘battaglia’.
La leggenda racconta che Zeus, dopo aver sconfitto Crono e i Titani, raggiunse Hera a Cnosso dove cominciò a corteggiarla, ma senza successo.
Soltanto quando il dio si trasformò in un cuculo infreddolito, Hera si intenerì e lo accolse sul suo seno, per riscaldarlo.
Subito dopo, però, Zeus riprese le sue sembianze e cercò, ancora una volta senza successo, di prenderla con la forza.
Così capì che un solo modo gli restava, per conquistarla: farla diventare sua moglie.
Per il matrimonio tutti gli dei si presentarono agli sposi con molti doni: uno di questi fu un albero dalle mele d’oro, che la Madre Terra regalò ad Hera, e che poi fu custodito nel Giardino delle Esperidi, nell’orto della dea sul monte Atlante.
Dono molto prezioso, in quanto le mele rappresentavano il passaporto per il Paradiso.
Hera era solita bagnarsi alla fonte di Canato per “recuperare la sua verginità”.
Ma non si tratta certamente della verginità fisica, bensì di qualcosa di molto più esteso ed importante.
L’aspetto della Dea vergine rappresenta quella parte della donna che un uomo non può riuscire a possedere né a penetrare mai, che non viene toccata dal bisogno di un uomo o della sua approvazione, che esiste di per sé interamente separata da lui.
Quando la donna vive secondo un archetipo di vergine, non vuole dire che lo sia fisicamente o in senso letterale, ma che un’importante parte di lei lo è in senso psicologico.
Il termine vergine significa incontaminata, pura, incorrotta, non consumata, non manipolata dall’uomo, come scrive la Harding.
“La donna che è vergine, una-in-sé-stessa, fa ciò che fa non per il desiderio di piacere, essere gradita, o approvata sia pure da sé stessa; non per la brama di estendere il suo potere su un altro, per catturarne l’interesse o l’amore, ma perché ciò che essa fa è vero.
Le sue azioni spesso sono non convenzionali…
Se la donna “è una-in-sé-stessa” sarà motivata dal bisogno di seguire i propri valori interni, di fare ciò che per lei ha senso e la realizza, a prescindere da ciò che pensano gli altri.
L’aspetto della Dea vergine è pura essenza di ciò che la donna è e di ciò a cui attribuisce valore: un aspetto che rimane intatto e incontaminato perché lei non lo rivela, perché lo custodisce sacro e inviolato, o perché lo esprime senza alterarlo per adeguarsi ai modelli maschili.” (Bolen, Le dee dentro la donna).
La donna che vive in un rapporto coniugale, come Hera, spesso dimentica la sua verginità psicologica e se ne allontana.
Per questo può essere utile, per ritrovare sé stessa e rinnovare le proprie energie provvedere a un rituale simbolico di rigenerazione interiore.
Concedetevi una serata in solitudine, uno spazio personale di riposo e di cura per voi stesse.
Scegliete un giorno in cui vostro marito è assente, mandate i figli a dormire dagli amici, staccate il telefono…
Preparatevi un bagno con molta cura: accendete intorno alla vasca quante più candele potete disporre; scegliete il loro colore in accordo alla vostra personalità profonda o a quegli aspetti sopiti di voi che volete risvegliare.
Bianco, viola, lilla se siete orientate alla spiritualità, blu se siete comunicative, verdi o rosa se sono i sentimenti e le cose del cuore che contano per voi, giallo arancio se siete solari aperte, concrete e fattive, rosse se siete istintive, carnali, sensuali… nero se siete creative, sensitive, oscure…
Scegliete un incenso o un olio essenziale da sciogliere nell’acqua che sia ugualmente in accordo con i vostri intenti.
Se vi piace procuratevi anche una musica rilassante.
Potete disporre anche dei fiori intorno alla vasca, scegliere degli asciugamani nuovi e morbidi, portarvi uno spuntino o un calice di vino o una bevanda che preferite.
Concedetevi un lungo bagno visualizzando lo sciogliersi nell’acqua delle stratificazioni che vi siete imposte e riportate alla luce la vera voi stessa, le vostre qualità, i vostri pregi e le vostre aspirazioni.
Concedetevi lunghe pause nell’acqua tiepida pensando solo a come veramente siete, a tutto ciò che di sacro e vero custodite dentro di voi.
Lavando la vostra pelle portatelo in superficie, lasciate che traspaia nel vostro aspetto, chiedete alla Dea di rinforzarvi nella consapevolezza della vostra unicità. Meditate, pregate, cantate…
Soprattutto chiamate alla luce il vostro ‘Genius’, la vostra propria essenza, l’espressione della vostra natura feconda…
Dopo preparatevi una cena gradevole, che comprenda anche un piatto di lattuga (che alle donne greche veniva proibita), giusto per ricordarvi che non è più tempo di essere sottoposte a nessun genere di limitazione che derivi dal vostro sesso di appartenenza.
Ripetete questo bagno ogni volta che sentite di esservi perse, che avete bisogno di rincentrarvi nel vostro ruolo originario.
Hera lo ripeteva ogni anno prima di riassumere le vesti di Dea Fanciulla, prima di riaffrontare il ciclo delle stagioni produttive.