Stairway to heaven
Questo è il periodo dei saggi scolastici e di conclusione dei vari corsi artistici che nella vita si fanno a volte un po’ per noia o anche per riscoprire sopite passioni.
Quindi, capita di andare a questi spettacoli per sostenere un figlio, un nipote o semplicemente un amico.
Capita anche che chi mette in scena le esibizioni non sappia molto bene qual’ è il significato di cosa propone al pubblico e se questo è effettivamente appropriato al contesto (nel mio caso ad esibirsi erano ragazzi delle medie).
Quando è partito il brano che i ragazzi ‘cercavano’ di suonare ho avuto un sussulto; avevano scelto di eseguire, infatti, Stairway to heaven dei Led Zeppelin.
È Forse la più bella canzone della storia del rock e della musica leggera degli ultimi quarant’anni, Stairway to heaven, uscì nel 1971 nel quarto album dei Led Zeppelin.
Come i precedenti albums, anche il quarto non recava alcun titolo; venne chiamato Zoso perché l’unico simbolo leggibile sulla copertina , insieme agli altri tre simboli ognuno dei quali rappresentava ciascun componente del gruppo. Zoso, faceva riferimento a Jimmy Page.
All’epoca questi simboli fecero scalpore; alcuni tirarono fuori la storia che J. Page li avesse desunti da un antico grimorio ed usati per fare patti con il diavolo; in realtà sono antichissimi simboli di origine indo-ario e quindi celtica, in particolare lo triskelion, e glifi astralo-planetari ( Zoso).
Di Stairway to heaven è stato detto di tutto, perlopiù di carattere negativo e denigratorio.
La versione più famosa è quella secondo cui il brano, se ascoltato al contrario, è un inno a Satana.
Ovviamente, non c’è motivo per cui una canzone venga ascoltata “al contrario” e questa è un’evidenza che però i denigratori dei Led Zeppelin sembrano dimenticare.
Il significato occulto c’è ma va cercato in tutt’altra direzione piuttosto che in quello di un messaggio subliminale a sfondo satanico.
E’ pur vero che Jimmy Page era un cultore di esoterismo che, ad un certo punto, acquistò una tenuta che apparteneva ad Aleister Crowley e che aprì a Londra una libreria esoterica, ma tutto questo, come lo stesso Page ebbe a dire in una delle sue rarissime interviste, è da collegare al suo interesse per gli studi ermetici; purtroppo per la maggior parte della gente, esoterismo, ermetismo, magia e satanismo sono sinonimi ed è inutile ribadire quanto ciò sia errato.
In realtà Jimmy Page era un cultore di verità esoteriche ( non sappiamo se lo sia ancora!) ed anche il fatto stesso che , durante gli anni d’oro dei Led, venne stigmatizzato dai giornalisti quale “psicopatico e asociale” è tipico dell’incomprensione da parte dei profani per gli interessi che invece contraddistinguono coloro i quali si dedichino agli studi ermetici.
Il testo di Stairway to heaven venne scritto da Robert Plant, l’anima “solare” del gruppo ( nato sotto il segno del Leone come un altro front man di quegli anni, Ian Gillan dei Deep Purple).
Ad una prima lettura sembrerebbe una poetica ballata con vaste influenze celtiche, come si ritrovano anche in un altro brano dello stesso album, The battle of evermore, lo stesso Plant era un appassionato lettore delle saghe di Tolkien e quest’ultima canzone racconta di una leggendaria battaglia tra la Luce e le Tenebre.
Ma ad una lettura approfondita, Stairway to heaven, ha un chiaro significato alchemico.
La canzone si apre con il riferimento ad una ipotetica signora fiduciosa di trovare “oro” in tutto ciò che luccica. All’interno della copertina dell’album , compare la figura dell’Eremita che reca in mano una lanterna illuminata dall’esagramma, mentre getta il suo sguardo malinconico dall’alto di uno strapiombo sul mondo sottostante.
Tutto ciò che luccica, ovviamente, non è l’oro alchemico per cui, invece, ogni uomo è chiamato alla vita.
Il richiamo della nostra vera vocazione umana, che è la reintegrazione, viene spesso offuscato dal significato ambiguo di simboli di cui non riusciamo a dare una corretta interpretazione. In realtà tutto ciò che vediamo è luce nel suo più profondo stato, perché vi è insita l’essenza dello spirito, ma solo se tale essenza viene destata.
Tutto il testo della canzone fa riferimento al richiamo interiore, alle possibilità di seguire diversi cammini ed alla necessità di ascoltare e seguire il richiamo della Ragione (then the piper will lead us to reason), specie quando le nostre “ombre” sovrastano la nostra anima ( our shadows taller than our soul).
Il riferimento è chiaramente rivolto alla “distillazione” alchemica dell’oro; separando attentamente la nostra natura solare da quella plumbea e materiale.
Solo quest’operazione ( la Grande opera) può consentirci di trasformare tutto in oro ( how everything still turns to gold).
Il sogno iniziale della “signora” ( la nostra civiltà umana occidentale) con cui comincia il brano.
Alla fine, ognuno si unirà a questo richiamo, per riscoprire la propria vera natura, reintegrata, del molteplice all’Uno ( when all are one and one is all) ed è ciò che rende forti, imperituri, solidi e reali come una roccia senza scivolare giù… ( to be rock and not to roll).
Così, con questo gioco di parole, si conclude quella che probabilmente è la più riuscita sintesi fra bellezza poetica e spirituale del testo e bellezza tecnico-musicale ( l’assolo di chitarra elettrica è notoriamente uno dei migliori della storia del rock), che mai si siano presentate sotto forma di una canzone.
Crediti : https://www.esonet.org/