Il Gioco degli Scacchi
Il gioco degli scacchi è piuttosto antico e godendo di una diffusione planetaria si presta ad un interessante studio simbolico.
Potrebbe sembrare una forzatura, una lettura non corretta, ma ci conforta in tale interpretazione, il ritrovare un uso simbolico della scacchiera nel Medioevo nella bandiera dei templari e uno più propriamente esoterico nel caso della scacchiera dipinta al centro dei templi massonici.
La scacchiera è quadrata, divisa in caselle bianche e nere.
I quattro lati della scacchiera, rappresentano le quattro direzioni e i quattro elementi.
Altro numero importante degli scacchi è l’otto.
Ogni lato è diviso in otto e il totale delle caselle è 8×8= 64.
L’ otto è l’ottagono, figura intermedia fra quadrato, terra, cerchio e cielo.
Indica una tendenza spirituale in sviluppo, uno stato intermedio e il percorso dell’iniziato.
La scacchiera non è solo rappresentazione di un campo di battaglia, ma nella sua divisione ottonaria simboleggia l’elevazione spirituale, una spinta verso l’assoluto, verso il cerchio ed infine è il poligono con infiniti lati.
Otto sono le direzioni della rosa dei venti e ritroviamo la dimensione geografica, ma ancora la croce tridimensionale con le sei direzioni spaziali più l’asse del tempo con le due direzioni del passato e del futuro.
Il numero otto è anche associato al fiore di loto con il suo significato di purezza e di tensione verso il cielo.
La scacchiera poteva essere divisa in sette o in nove, ma in un caso sarebbe il gioco degli scacchi sarebbe risultato troppo più facile mentre nell’altro più difficile.
L’otto è una sorta di numero di equilibrio fra un gioco troppo facile e uno troppo difficile.
Tra l’altro, per gli indiani, inventori del gioco, c’erano otto pianeti, ed è un altro possibile legame con il numero otto.
La scacchiera dal punto di vista macrocosmico rappresenta il mondo, mentre dal punto di vista microcosmico la mappa dello spirito e in particolare quello frantumato dell’iniziato che si accinge alla sfida, un miscuglio di bianco e nero, di luce e tenebre.
Se paragoniamo la scacchiera ad un campo di battaglia non può non venirci in mente “L’arte della Guerra” di Sun Tzu e le massime sullo scansare il pieno e attaccare il vuoto.
Se pensiamo ai colori, comunemente associati alla luce e alle tenebre, possiamo associarli anche ai vuoti e a ai pieni.
Così possiamo associare il bianco al vuoto e il nero al pieno o alla materia.
La scacchiera assume una diversa dimensione macrocosmica rappresentando i vuoti dello spazio e i pieni delle stelle e dei pianeti.
La battaglia degli scacchi a questo livello è uno scontro fra angeli e demoni.
Il vuoto associato alla luce e alla spiritualità; il nero, alle tenebre, alla materia, materia oscura o
alla prima fase del processo alchemico, la nigredo, il marcio.
alla prima fase del processo alchemico, la nigredo, il marcio.
I vuoti e i pieni possono rappresentare la fermentazione, la vitalità, il caos della vita.
La partita diventa, quindi, un processo per ordinare il caos o trovarvi una direzione.
Lo spirito frantumato che tramite l’azione del Re deve essere ricondotto ad unità.
Il re bianco rappresenta il Sé che deve vincere.
L’Ego è rappresentato dal Re nero.
A questo proposito un interessante simbolismo lo suggerisce il libro “Natura simbolica del gioco degli scacchi” di Mario Leoncini di cui riportiamo un passo:
«Boucher mette in rilievo il simbolismo delle linee divisorie tra le caselle: su di esse si muoverebbe l’iniziato, alieno dall’abbandonarsi al bianco e al nero, mentre il profano passerebbe dall’uno all’altro senza equilibrio, e scatenando ogni volta reazioni contrastanti».
Il gioco di origini indiane, arrivò in Europa grazie alle mediazioni persiana e araba.
In origine il pezzo affiancato al Re era il consigliere, ma nell’Europa si trasforma in regina, perché le pedine vennero assimilati ad una corte.
In origine il pezzo affiancato al Re era il consigliere, ma nell’Europa si trasforma in regina, perché le pedine vennero assimilati ad una corte.
Il passaggio è significativo.
La donna ha una sua precisa simbologia e può essere assimilata alla Sapienza.
Il Re che rappresenta il Sé ha al suo fianco la Sapienza.
La scacchiera è il campo di battaglia dove si affrontano due eserciti.
C’è una precisa disposizione iniziale da cui partono le pedine.
Nella disposizione iniziale sono contenuti tutti i possibili sviluppi futuri: dallo stesso inizio si possono sviluppare molteplici battaglie.
Essendo una creazione umana le possibilità non sono infinite, ma comunque in gran numero.
Questa idea che dallo stesso schieramento iniziale si possano sviluppare innumerevoli possibilità è simbolo dello sviluppo del cosmo.
L’Uno iniziale, l’uovo primordiale ha in sé tutte le possibilità di sviluppo futuro, come lo schieramento iniziale degli scacchi.
Con lo svilupparsi, il processo di materializzazione si realizza in una precisa combinazione come negli scacchi si realizza una precisa partita.
Al termine della partita i pezzi tornano nella disposizione iniziale e può ricominciare una nuova battaglia.
Ritroviamo il concetto di ciclicità.
Dopo lo svilupparsi completo di un mondo, si torna all’Uno iniziale da dove può ripartire un nuovo sviluppo, un nuovo mondo.
Concetto comune nel mondo antico, dal mondo classico, agli indiani e dall’altra parte dell’oceano ai Maya.
Gli scacchi, con il loro svilupparsi in battaglia e il ritornare al termine di tutti i possibili sviluppi al punto di partenza, simboleggiano i cicli cosmici.
Tratto da un articolo di Vito Foschi pubblicato sulla rivista LEX AUREA n° 58.